Nel 1986 erano in costruzione altri due reattori dello stesso tipo, che avrebbero dovuto incrementare l'attivita' della centrale. [ RMBK e' un reattore ad acqua leggera moderato con grafite; si tratta di un tipo di reattore che era utilizzato solo nelle centrali nucleari dell'allora Unione Sovietica. La sua caratteristica principale e' quella di possedere un "coefficiente positivo vuoto", vale a dire che a livelli elevati di potenza non si verificano variazioni di energia e quindi non si produce un surriscaldamento del combustibile, ma a potenze basse il reattore diventa instabile e soggetto a impulsi improvvisi di energia. Il controllo della potenza pertanto e' elemento indispensabile per la sicurezza del reattore e questo fu uno dei fattori importanti nella vicenda dell'incidente del 1986. ]
Il 25 aprile 1986 - era venerdi' - il reattore dell'unita' quattro doveva essere fermato per un intervento di manutenzione programmata; si decise allora di approfittare di questa circostanza per eseguire un esperimentosulle parti non nucleari del reattore: si voleva verificare se, in caso di perdita di potenza, una delle due turbine poteva fornire sufficiente energia elettrica per far funzionare il circuito di emergenza e le pompe di circolazione dell'acqua di raffreddamento.
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L'esperimento non era nuovo, anche se fino ad allora non aveva prodotto esiti significativi e, anzi, proprio per questo motivo veniva ripetuto; ma in quella circostanza si verifico' una pericolosa carenza di informazioni nel personale incaricato dell'esperimento, inconsapevole delle ricadute nucleari del proprio operato in ambito elettrico, e una tragica sottovalutazione delle procedure di sicurezza.
Per quel tipo di prova il reattore - essendo stato disattivato il sistema di raffreddamento di emergenza del nucleo del reattore - doveva essere stabilizzato a una potenza di 1000 MW, ma alle 23.00 circa del 25 aprile la potenza era caduta a 30 MW e solo due ore dopo, intorno all' 01.00 del 26 aprile, grazie a un complicato intervento manuale degli operatori che di fatto cancello' i sistemi automatici in grado di bloccare il reattore, la potenza era stabilizzata a circa 200 MW.
La drastica diminuzione di acqua di raffreddamento accentuo' l'effetto di "coefficiente positivo vuoto" che rese gravemente instabile il reattore, determinando un aumento repentino di potenza, fino a 100 volte la potenza teorica del reattore. Cosi', alle ore 01.23 del 26 aprile 1986, nel reattore n° 4 di Cernobyl si verificarono due tremende esplosioni, che distrussero il nucleo e il tetto protettivo del reattore stesso, provocando la fuoriuscita di detriti della grafite caldi, altamente radioattivi, e di una nube di fumo causata dai prodotti radioattivi della fissione. I componenti piu' pesanti della nube - innalzatasi per circa 1 km nell'aria - si sono depositati a terra nei dintorni della centrale, ma quelli piu' leggeri sono stati trasportati dal vento in direzione nord-ovest.
Intanto gli incendi provocati dalle esplosioni avevano completamente distrutto il reattore. Complessivamente si calcola che furono immessi nell'atmosfera 100 milioni di radionuclidi (xeno, iodio, cesio 134 e 137 ecc.). Si e' calcolato inoltre che la quantita' di radionuclidi a lunga durata fuoriusciti a causa dell'incidente di Cernobyl fu di circa 600 volte superiore a quella prodotta dalla bomba atomica di Hiroshim.
Subito intervennero oltre 100 vigili del fuoco dalla vicina (3 km) citta' di Pripyat e alle 05.00 del mattino del 26 aprile gli incendi erano pressoche' domati, ma cresceva il rogo della grafite, causa della dispersione di radionuclidi nell'aria, tanto piu' pericoloso e grave in quanto non si conoscevano esattamente i sistemi di intervento contro questo rischio.
Solo il 9 maggio il rogo si spense e si pote' iniziare la costruzione di una struttura protettiva intorno alle rovine del reattore n°4, il cosiddetto "sarcofago" [ il "sarcofago" e' il soprannome della struttura che e' stata realizzata, dopo l'incidente, attorno al reattore n° 4 di Cernobyl. Si tratta di una struttura in cemento armato, realizzata fra il maggio e il novembre del 1986, con lo scopo di ridurre le possibilita' di emissione di radionuclidi. Era una soluzione provvisoria, ma di fatto e' rimasta l'unica per piu' di dieci anni, suscitando numerosi dubbi in merito alle sue potenzialita' di durata e resistenza.]
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Tre persone morirono immediatamente, altre 28 nei giorni successivi, a causa dell'incidente; 237 persone furono colpite da sindrome acuta di radiazione.
Ma ben piu' gravi sono state le conseguenze a lungo termine: il 23 per cento del territorio della Bielorussia e' stato contaminato (come pure il 4,8 per cento dell'Ucraina e lo 0,5 per cento della Russia) e, a livello socio-sanitario, si e' registrato un sensibile incremento di forme tumorali , specialmente nei bambini, e una rilevante diffusione di problemi psicologici: uno studio autorevole a livello internazionale ha definito "lo stress mentale causato dalla paura di possibili effetti deleteri delle radiazioni sulla salute" come la conseguenza piu' devastante dell'incidente di Cernobyl.
Le autorita' russe decisero, seppur con ritardo - nella mattinata del 27 aprile - di far evacuare la citta' di Pripyat che contava 49.000 abitanti, e in seguito tutti coloro che abitavano nella cosiddetta zona "30 chilometri", vale a dire le oltre 130.000 persone che vivevano nel raggio di 30 km attorno a Cernobyl.
Intanto nessuna notizia era stata data ufficialmente dal governo russo in merito a quanto accaduto: l'allarme internazionale scatto' soltanto il 28 aprile quando i sistemi di rilevazione di radiazioni della centrale di Formarsk in Svezia registrarono un improvviso aumento di radioattivita' proveniente dall'URSS.
Solo a questo punto, alle 19.30 di lunedi' 28 aprile 1986, l'agenzia di stampa sovietica Tass annuncio' pubblicamente che si era verificata una "avaria" alla centrale nucleare di Cernobyl, precisando che non c'erano vittime e che tutto era sotto controllo. In realta' non era cosi': il fall-out (cioe' la dispersione di particelle radioattive nell'atmosfera) prosegui' fino al 10 maggio e l'azione dei venti favori' la diffusione della nube radioattiva al di fuori del territorio sovietico nei giorni successivi al 26 aprile: il 27 e il 28 aprile furono colpite la Germania, la Polonia e i Paesi Scandinavi, il 30 aprile fu raggiunta l'Italia, poi la nube si sposto' verso nord-ovest.